Trofeo Bonfiglio, a caccia dei numeri 1

2018 Trofeo Bonfiglio Milano - Sinner Jannik (ITA)
2018 Trofeo Bonfiglio Milano - Sinner Jannik (ITA)

Milano è una città che cresce e non conosce sosta, che si sviluppa costantemente alla ricerca di un futuro oggi appena immaginabile. Ma il capoluogo lombardo sa bene che non esiste futuro senza una piena consapevolezza del proprio passato. All’ombra della Madonnina si punta sempre a fare meglio, a fare di più.

Non fa eccezione il Trofeo Bonfiglio, nato 64 anni fa – era il 1959 – e da allora punto di riferimento per i giovani campioni della racchetta. Un torneo che ha saputo crescere e innovarsi, pur conservando sempre un legame con la tradizione. Non a caso la sua sede, il Tennis Club Milano Alberto Bonacossa, di storie da raccontare, nei suoi 130 anni di vita, ne ha molte.

Bonfiglio quinto Slam

Il Bonfiglio è un piccolo grande gioiello nel panorama dei tornei giovanili, considerato dagli addetti ai lavori il quinto Slam in calendario. Un appuntamento irrinunciabile per i circa 200 tennisti coinvolti e che nel mese di maggio rinnova la sua magia e attrae sui campi in terra battuta di via Arimondi i migliori Under 18 di tutto il mondo.

Iga Swiatek al Trofeo Bonfiglio © Francesco Panunzio
Iga Swiatek al Trofeo Bonfiglio © Francesco Panunzio

Palestra dei campioni

Gli Internazionali d’Italia Juniores hanno un palmarès da fare invidia ai maggiori tornei del circuito professionistico. Perché se Milano, come detto, nasconde una vocazione da prima della classe, il Trofeo Bonfiglio in quanto a primati non è da meno.

Basta vedere chi ha partecipato nel corso degli anni per rendersi conto di quanti sono i giocatori che dopo aver preso parte al torneo si sono poi accomodati sul gradino più alto del podio nel ranking mondiale. Un numero tale che non può certo essere frutto del caso, ma che è il risultato di un lavoro importante portato avanti con passione e senza sosta..

Professione talent scout

Poter ammirare così tanti giovani di talento, osservarli da vicino e cercare di intuire chi possiede le doti per scrivere la storia del nostro sport è un piacere che non ha pari. E magari, tra qualche anno, potremo dire con orgoglio: “Ti ricordi? Lo avevo detto io che sarebbe diventato numero uno”. Perché se è vero che, citando una celebre battuta di Rino Tommasi, i pronostici non li sbaglia solo chi non li fa, vuoi mettere la soddisfazione di azzeccarne uno così prestigioso?